Il giuoco delle parti, da
L. Pirandello
regia di
Alessio Bergamo
- aiuto regia Marco De Francesca
- scene e costumi Thomas Harris
- luci Camila Chiozza
- assistenti alla scenografia Emanuela Pacifici, Laura Simeone
- debutto Teatro India Roma 2018
- produzione Fattore K, Postop
ATTORI
Sandro Pivotti
Arianna Pozzoli
Giacomo Veronesi
Matteo Vitanza
Video
Trailer
Integrale
Scheda
SINOSSI
Leone Gala ha “capito il gioco” e ha fatto del distacco dal mondo un’arte e al tempo stesso una difesa: nulla può toccarlo, perché nulla lo interessa di quello che succede nel mondo. Nemmeno di quello che succede a sua moglie Silia e di quello che lei fa. Per questo le ha concesso “senza scandali, liti o procedure legali” la libertà e la facoltà di tenersi Guido Venanzi come amante. Silia, al contrario, non sopporta l’indifferenza e la razionalità paradossale del marito, lo odia, se ne sente oppressa, desidera che muoia, o quanto meno che si scuota dalla sua atarassia.
Così, quando un gruppo di ubriachi scambia casa sua per il bordello dell’appartamento accanto, Silia e Guido intravedono l’occasione giusta per dare a Leone ciò che merita. Lo obbligano a sfidare a duello il marchese Miglioriti, autore dell’irruzione nell’appartamento coniugale dei Gala e dell’offesa portata a Silia, che è stata scambiata per una prostituta e da tale trattata.
Leone accetta, ma sfruttando uno scrupoloso rispetto delle convenzioni sociali, obbliga prima Guido Venanzi a fargli da secondo e a contrattare condizioni durissime per il duello, poi, al momento di andare a battersi si ritira, obbligando Guido a battersi al suo posto. Guido muore, Leone rimane chiuso nel suo appartamento, Silia, arrivata nel momento in cui Guido sta uscendo, sentito lo sparo corre fuori a vedere che è successo.
NOTE DI REGIA
I rapporti tra Silia, Guido, Leone e gli altri personaggi si svolgono su una sorta di ring-tavolo da gioco. Lo spazio è delimitato da un grande tappeto verde rettangolare. Nel intermezzo che segna il passaggio all’ultimo atto, l’utilizzo di luci esclusivamente rosse trasforma il tappeto verde in tappeto nero e segna il passaggio al finale tragico.
Sui due lati lunghi ci sono gli spettatori. Assieme a loro, sempre visibili, senza la possibilità di uscire fuori, fino all’uscita definitiva di Guido e di Silia che lo segue, ci sono gli attori/personaggi.
Il fatto che tranne l’attrice, i tre maschi recitino tutte le altre parti cambiandosi a vista immette apertamente nell’ambito del gioco.
Al tempo stesso è un gioco crudele, che passo passo li avvicina alla tragedia finale sconvolgendo per sempre la vita di tutti e tre. Questo passaggio da gioco a tragedia segna anche il tessuto dell’azione degli attori che pian piano si allontanano dal gioco dialettico per “cadere” dentro il dramma dei personaggi.
Lo spettacolo nasce da un laboratorio e, per molta parte, è in improvvisazione psicofisica e verbale (con un ruolo importante dell’azione fisica, con elementi di teatro-danza, in particolare nel primo atto). Pochi i punti “registici” fissati.